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Parlamentari che hanno autorizzato la pubblicazione dei redditi. Elenco, nel segno della trasparenza

Febbraio 23, 2012 in Appunti

aulaRiporto di seguito integralmente la pagina di Openpolis contenente l’elenco dei Parlamentari che hanno autorizzato la pubblicazione dei redditi (Mi si chiede come accedere  alle denunce dei redditi. Serve andare sul sito della camera di appartenenza, cliccare sul nome del parlamentare, si apre la scheda  di tutto ciò che riguarda il parlamentare,  ivi inclusa la dichiarazione dei redditi online).

LE DICHIARAZIONI PATRIMONIALI DEI PARLAMENTARI

Elenco aggiornato dei parlamentari che hanno dato il consenso alla pubblicazione online della dichiarazione patrimoniale personale (beni mobili e immobili, redditi e spese elettorali).
Tutti i senatori e deputati sono tenuti a depositare la dichiarazione patrimoniale e aggiornarla ogni anno, ma la stessa legge che prevede questo obbligo (la n.441 del 1982) stabilisce anche che queste informazioni siano raccolte in un apposito Bollettino che è consultabile solo presso la Camera o il Senato.
Dunque i dati sono “pubblici” ma non pubblicabili online, se non con l’assenso del singolo parlamentare.
Grazie all’iniziativa dell’On. Rita Bernardini ora per i parlamentari che lo desiderano è sufficiente compilare un modulo perché gli uffici inseriscano la dichiarazione nella pagina web del parlamentare. Quando questo avviene il nostro elenco si aggiorna automaticamente.
Sarebbe utlile se le Regioni e gli enti locali adottassero la stessa procedura …
Hanno finora dato il consenso alla pubblicazione della dichiarazione patrimoniale 245 parlamentari su 945 (25.93%).

Di seguito l’elenco:

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SVUOTACARCERI o SERVIZIO TAXI?

Gennaio 27, 2012 in Appunti

Pubblico il colloquio-intervista, oggi su Il Fatto Quotidiano, sulla “Svuotacarceri”.

Inciucio sulle carceri? Pericolo per la sicurezza

Che cos’è il decreto svuota-carceri, approvato mercoledì al Senato e adesso passato alla Camera? Risponde l’avvocato e senatore Luigi Li Gotti: “È un compromesso, un inciucio da cui il diritto esce sconfitto. C’erano troppe pressioni per alleggerire le carceri, questione oggettivamente giusta, e l’alternativa era il ricatto radicale dell’indulto. Ma il decreto non è una soluzione, anzi. Ci saranno effetti pericolosi e ridicoli per la sicurezza”. Il decreto è stato votato dalla maggioranza tripartita che sostiene il governo di Mario Monti: Pdl, Pd e Terzo Polo. E Li Gotti è l’esperto dell’Italia dei valori che ha seguito l’intera evoluzione del provvedimento.

Quali sono questi effetti pericolosi e ridicoli?
Riguardano la parte del provvedimento dell’arresto in flagranza di reato. Provi a immaginare un furto in gioielleria o al supermercato. I banditi vengono inseguiti dalla polizia e poi acciuffati.

Che succede?
La polizia li accompagna direttamente a casa, come un servizio taxi normale. Assurdo, ridicolo e pericoloso per la sicurezza generale.

Arresti domiciliari.
Non solo per loro: ma anche per chi accoltella qualcuno provocando lesioni gravi oppure chi fa stalking. Senza contare gli spacciatori.

In origine il provvedimento prevedeva il transito nella celle di sicurezza, in attesa del giudizio di convalida entro 48 ore.
Ma poi il vicecapo della Polizia, Francesco Cirillo, è venuto a dirci che non c’erano sufficienti celle di sicurezza, mentre nella sua relazione era scritto il contrario: ben 1057 camere di sicurezza in tutta Italia.

Così per evitare il sovraffollemento delle carceri si danno i domiciliari.
Il problema è come gestire il fenomeno delle cosiddette porte girevoli, cioè quei ventimila e passa detenuti che vanno in carcere per tre giorni in attesa delle convalida. Un problema che pesa molto sull’organizzazione penitenziaria. Ma così è stata scelta la strada più pericolosa, il diritto ne esce sconfitto, maltrattato. La polizia si danna per acchiappare un ladro e poi lo deve riportare a casa. Ovviamente poi bisognerà predisporre la sorveglianza e sono costi in più. Che si sommano agli sprechi per i braccialetti.

Quelli elettronici.
Diamo alla Telecom undici milioni di euro all’anno per questo servizio. Su 450 ne sono in funzione solo 9. Dicono che non c’è il Gps, ma adesso abbiamo prorogato il servizio, costato sinora, per dieci anni, 110 milioni di euro.

Quali reati sono compresi nella nuova norma?
Tutti quelli di competenza del giudice monocratico che non superano i dieci anni di pena, con l’eccezione di quelli legati alla droga che possono arrivare anche a vent’anni. Dopo gli emendamenti sono stati esclusi la rapina aggravata, cioè lo scippo, e il furto in appartamento ma non in negozio.

L’altra parte del decreto è sugli ultimi 18 mesi di pena da fare ai domiciliari.
Qui ho faticato a capire a quale platea di detenuti fosse rivolta la misura.

In che senso?
Già esiste una norma generale che prevede di scontare ai domiciliari la pena residua di 24 mesi. Il detenuto fa l’istanza e il tribunale di sorveglianza decide. È un’istruttoria molto lunga.

Premesso questo.
Nel 2005 la ex Cirielli escluse i recidivi dalla norma generale. Poi l’anno scorso la legge 199, votata anche dalla Lega, li ha riammessi a questo beneficio, ma con un’estensione fino a 12 mesi, adesso innalzato a 18 mesi. In virtù di tutto questo io ho fatto una domanda al capo dell’amministrazione penitenziaria, Franco Ionta.

Quale?
Gli ho chiesto in un’audizione se la platea individuata nel decreto fosse quella dei recidivi. Lui ha ammesso e ha risposto di sì.

Non era meglio abrogare la ex Cirielli?
Appunto. Invece si è scelto un’altra strada pericolosa: quella della norma a tempo. Questo beneficio infatti durerà due anni: dal 2012 a tutto il 2013.

Potrebbe scattare anche per tutti i processi in corso contro cricche e politici?
Se un corrotto è recidivo, senza dubbio. Ma tenga presente che oggi i detenuti per reati contro la pubblica amministrazione non arrivano a dieci. La casta che ruba non va mai in carcere.

L’informazione che non informa. Limite della democrazia e torto ai cittadini

Agosto 20, 2011 in Appunti

 

Pagina bianca e pennaSulle iniziative parlamentari dell’IDV (oltre 30 disegni di legge in materia di giustizia, di cui mi occupo), abbiamo dato informazione con due conferenze stampa, dossier, slide riassuntive (sappiamo che è faticoso leggere, tutto deve tradursi in spot). La stampa ha partecipato.
Il giorno dopo sui giornali NIENTE. Anche la cosiddetta stampa non ostile.
Se il PD, fa uno starnuto, d’esso leggerete. Ecco perché, oggi, sono irritato dalla lezioncina di Travaglio sul Fatto, con cui ci propone le cose da noi fatte nel 2008.
Il messaggio che si diffonde è che l’IDV non ha idee e non propone.
Per 2 anni, sul sito del partito, si potevano leggere i disegni di legge e le sintesi (ora non ci sono più. Perché?).
Nella giustizia, 5 nostri disegni di legge, sono diventati legge (dalla istituzione della banca dati del DNA alle ratifiche di convenzioni internazionali). Non c’è settore che sia stato da noi ignorato.
Ma chi informa, ignora. Anche se si è fatto in modo che si sapesse.
SI. SONO IRRITATO.

Foto: Bidrohi >H!ROK<