Il PDL non perde nè il pelo nè il vizio: lotta alla corruzione. La serietà delle intenzioni si misura con le modifiche proposte.
Settembre 30, 2012 in Appunti
E’ da gran tempo che il problema della corruzione è posto all’ordine del giorno. Il nostro paese è appestato dal disprezzo per la pubblica amministrazione, considerata una realtà ove è possibile cambiare le cose, deviando dalla correttezza, per ottenere illeciti vantaggi.
La disonestà cresce e le analisi (la Corte dei Conti, per prima), dicono che la disonestà, nella e con la pubblica amministrazione, costa all’Italia (ossia a tutti noi), almeno 60 miliardi di euro l’anno.
Servono, quindi, leggi più efficaci per arginare significativamente la patologia che ci vede ai primissimi posti al mondo.
La corruzione e reati connessi, frenano l’economia e condizionano la crescita: in breve impoveriscono il paese e arricchiscono i disonesti.
A parole son tutti indignati e la politica è “in testa”, nel denunziare la patologia e proporre rimedi indifferibili ed energici.
Ma domina, come spesso accade, una grande ipocrisia.
Il PDL, ha presentato una richiesta di modifica che la dice, spregiudicatamente, lunga.
Vediamola.
La concussione (art.317 del codice penale), attualmente dice:
<<Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare od a promettere indebitamente, a lui o a un terzo denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni>>.
Ora il PDL, ha già modificato, alla camera, la pena per la concussione per induzione, abbassandola a “da tre a otto anni“, anzichè “da quattro a dodici anni“.
Ora, ulteriormente propone che , invece di “altra utilità“, si debba scrivere “altro vantaggio patrimoniale”.
In conclusione, il concussore, per essere punito dovrà ottenere “denaro o altro vantaggio patrimoniale“.
Da tempo immemorabile, si sa che le utilità pretese possono essere di qualsiasi natura e non solo patrimoniali.
La Cassazione ha detto, da sempre, che:
<<Il termine utilità indica tutto ciò che rappresenta un vantaggio per la persona, materiale o morale, patrimoniale o non patrimoniale, oggettivamente apprezzabile. Ad esempio, ne deriva che i favori sessuali rientrano nella suddetta categoria in quanto rappresentano un vantaggio per il funzionario che ne ottenga la promessa o la effettiva prestazione>>.
Per il PDL non è così: conta solo “denaro o altra utilità patrimoniale“, sicchè la prepotente pretesa di avere un’altra utilità, sarebbe lecita e, quindi, non punibile.
E’ una proposta devastante ed offensiva. Ma serve all’imputato Berlusconi (processo Ruby, a Milano).
Cittadini e lettori, giudicate voi. Io non voglio aggiungere altre parole.