Io, sfascista irresponsabile, che non penso al bene del paese

Luglio 24, 2012 in Appunti

 

 

<<Taci!  Il nemico ti  ascolta>>.

Era uno dei messaggi diffusi agli italiani,  con una riuscita campagna pubblicizzata con manifesti,  durante il secondo conflitto mondiale.

Il ciarliero,  era considerato un traditore della patria perchè complice del nemico.

Appartiene a questa categoria patriottica,  il turbamento del PD e della stampa sodale,  che ascrivono  al tradimento,  le critiche al Presidente Napolitano sulla vicenda Mancino.

Il fuoco di sbarramento contro i “traditori”,  che minerebbero la salute pubblica con qualche domanda e qualche affermazione di troppo,  passa attraverso una perentoria affermazione:  il Capo dello Stato si è mosso,  nella vicenda Mancino,  esercitando le prerogative costituzionali, a difesa della stessa Costituzione.

Sicchè,  noi traditori della patria,  in combutta con il nemico,  saremmo contro la nostra Costituzione.

Con questo menare il cane per l’aia,  con siffatta pesante accusa,  si evita accuratamente di parlare di cosa si discute.

Essendo uno sfascista e traditore lo rammento,  prima di andare sul patibolo:

per  tentare di ricostruire un segmento della cosidetta trattativa stato-mafia,  nel cui ambito sarebbe stata attuata la strage di via D’Amelio,  i pubblici ministeri di Palermo,  ritenevano la necessità di un confronto tra Nicola Mancino e Claudio Martelli,  che avevano riferito due cose opposte.

Mancino non gradiva il richiesto confronto in aula e chiedeva aiuto al Quirinale,  perchè trovasse il modo di intervenire,  con la sua autorevolezza.

Il Quirinale,  invece di declinare le pressanti richieste di Mancino che chiedeva un qualcosa di improprio,  si metteva a disposizione con modalità ritenute congrue.

Questa storia,  era tutta intercettata perchè il telefono di Mancino era sotto controllo.

Tutto o quasi tutto,  è pubblico.

Sarebbero traditori quelli che dicono che queste cose non si fanno,  perchè quando si cerca la verità  su una pagina tremenda della nostra storia recente,  non esistono ragioni al mondo che possano autorizzare un ex ministro a sottrarsi ad un confronto e,  ancor meno,  esistono ragioni al mondo che possano giustificare il Quirinale nel dare ascolto a questa pretesa.

I traditori che si permettono di dire queste cose,  sarebbero indegni di chiamarsi italiani, indegni del consesso civile,  indegni  di far politica,  sono gente da marchiare a fuoco,  sono inaffidabili e turbano le coscienze degli italiani veri con sano sentimento patriottico.

Ai patrioti che vogliono la scomunica di noi traditori,  dico che la loro visione delle regole e dei principi è,  non opposta alla nostra, bensì  capovolta  rispetto ad una valutazione che sia solo un pò meno al di sotto della linea dell’ipocrisia.

Facessero le scomuniche che vogliono ma senza dare lezioni di etica,  di diritto,  di trasparenza, di rispetto.  E’ questione di decenza.

P.S.  Alcuni del mio partito,  richiamano l’opportunità doverosa del rispetto delle istituzioni. Condivido.  Proprio perché abbiamo il massimo rispetto delle istituzioni,  diciamo queste cose.  Non dirle,  non è rispetto ma supina acquiescenza agli errori.  Il ricordo dei corpi straziati dalla viltà degli assassini mafiosi,  ci rende determinati e per nulla inclini al compromesso.  Siamo nati,  come partito,  per questi valori che ci accomunano.  Sui valori e principi fondanti, non c’è calcolo politico che tenga.