Stragi, trattativa, connivenza e convivenza. Venti anni dopo: per sapere

Marzo 6, 2012 in Appunti

Ripubblico la mia nota su stragi e trattativa, alla vigilia delle audizioni deliberate dalla Commissione Antimafia: i Procuratori della Repubblica di Firenze, Caltanissetta e Palermo. Nella speranza di sapere di più. La storia del nostro Paese, la politica, sono tessuti con un filo rosso. Non possiamo rinunciare a sapere. Serve impegno. La Commissione Antimafia, nella legge che l’ha istituita, ha questo compito.

Le più recenti acquisizioni in ordine alla vicenda della cosiddetta trattativa tra lo Stato e cosa nostra, sono nel fatto che, in piena offensiva stragista (la scansione degli  avvenimenti, fu: Capaci, via D’Amelio, via Fauro, via dei Georgofili, San Giovanni in Laterano, via Pastrengo),  si fosse a conoscenza della esistenza di una cosa nostra stragista  (Riina) e di una trattativista  (Provenzano).

Senonché, delle possibili due anime di cosa nostra,  non si sapeva nulla, almeno sino al 1994.
Cosa nostra era conosciuta come un monolite.  Questo era ciò che si sapeva.
Ma, in verità,  Provenzano, dopo l’arresto di Riina (15 gennaio 1993),  aveva manifestato dissenso,  non tanto per le stragi ma, certamente,  che si continuasse a farle in Sicilia.  Non avrebbe potuto impedirle, per vecchia regola di cosa nostra,  qualora si fosse proseguito con lo stragismo,  sul continente.

Queste sono le cose che, a partire dal 1994,  si cominciarono a sapere.

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