Svuotacarceri e sicurezza
27 Dicembre 2011 in Appunti
Il decreto legge del Ministro della Giustizia, cerca di arginare il grave problema del sovraffollamento carcerario. Anni di chiacchiere, senza che la situazione abbia visto un qualche miglioramento. Anzi è accaduto esattamente il contrario, nonostante ben 4 annunci dell’ex ministro Alfano.
Ora, tra le misure, v’è quella della detenzione domiciliare per i detenuti con una pena residua inferiore a 18 mesi.
A novembre dello scorso anno, per lo stesso motivo, era stata prevista la detenzione domiciliare per pene inferiori a 12 mesi. Per l’appunto, con il decreto attuale, viene elevato il 12 in 18. Il provvedimento ha una durata straordinaria sino al 31 dicembre 2013.
La detenzione domiciliare esiste nel nostro ordinamento e riguarda le pene inferiori a 24 mesi. Perché, allora, il decreto?
La ragione è duplice:
A) si introduce una procedura molto semplificata e snella. Il che è una buona cosa. Spesso le nostre procedure sono troppe complesse, tali da rendere lento il sistema.
B) Si estende l’applicazione della detenzione domiciliare, anche ai recidivi gravi (ossia i detenuti che più volte ed in un termine temporale breve, hanno commesso delitti dolosi della stessa indole).
E’ mia opinione che saranno proprio i plurirecidivi a beneficiare del provvedimento.
IDV è contraria. L’emergenza carceri non può comportare la compromissione della sicurezza.
Presenterò, il 4 gennaio, un emendamento in Commissione Giustizia, per escludere dalla detenzione domiciliare i plurirecidivi che abbiano una pena residua di 18 mesi.
Troppo rischioso. Ai recidivi la pena viene aumentata a fini anche dissuasivi.
Non è possibile omologare questi detenuti agli altri detenuti, proprio perché, non sono omologati nel trattamento sanzionatorio. Lo sarebbero solo nella concessione del beneficio. Una incongruenza ed un rischio per la società.